Ciao Macho: come prevenire le cause delle Disfunzioni Sessuali maschili
“Ciao Macho!?” è il nuovo libro del Dott. Giacomo Del Monte. Cercare di seguire modelli stereotipati ci tranquillizza molto perché ci rende tutti più o meno simili e, in qualche modo, accettati dalla società. Seguire il modello di una Mente Vecchia standardizza i comportamenti e, soprattutto, non spaventa gli altri e noi stessi. Anche se non sappiamo realmente se le credenze precostituite a cui aderiamo siano vere o false, ci aiutano a rimanere protetti all’interno del “recinto. Quando usciamo fuori ci si sente “diversi” rispetto al mondo fino ad allora incontrato, vissuto e forse anche subito. Ed è proprio la Diversità – nel senso di sentirsi “Nuovi” – che ci spaventa, perché ci avvicina al nostro mondo interiore e contemporaneamente ci allontana da qualcosa che fino a quel momento ci ha accompagnato, facendoci sentire rassicurati. L’intimità è una grande alleata della Mente Nuova, ma spesso la rifuggiamo.
La sessualità può rappresentare un ottimo modo per evitare l’intimità, sia attivando inconsciamente delle disfunzioni, sia praticandola in modo compulsivo. Fare l’amore dovrebbe essere volto ad avvicinarci alla nostra intimità, al nostro cuore, alla nostra in-coscienza per farla diventare coscienza, mentre noi, universo maschile, tendiamo a pensare solo al pene, alla sua forza, dimenticando che esiste una dimensione più intensa e più intima: il nostro corpo. Continuando in questa direzione, però, indeboliamo continuamente noi stessi, perché acquisire un senso di forza (o di debolezza) in base al funzionamento del pene vuol dire diventare dipendenti – se non proprio vittime – di qualcosa che non si riesce a controllare.
La meccanicità della penetrazione è talmente assoluta che ci porta, a volte, a non dar più ascolto alla totalità del corpo, alla respirazione, che è necessario sia lenta, lunga e profonda, alla stimolazione visiva del guardarsi negli occhi e incontrarsi, al sentire il calore della pelle dell’altro. Ci si preoccupa invece solamente di entrare in quella trappola che è il far godere la donna. Come già detto, la partner può essere aiutata nel raggiungimento del piacere, ma ciò dovrebbe nascere dal nostro desiderio di partecipare a quel “picco”, dal voler riprovare sensazioni piacevoli già vissute e non dal bisogno di sentirci esaltati nella figura di maschio. Stare lì, uno vicino all’altro, percependo il ritmo del respiro altrui, rimanere abbracciati anche senza muoversi, ascoltare le sensazioni, il proprio e l’altrui calore, abbandonarsi a quel momento sospendendo ogni tipo di pensiero così da non desiderare null’altro che essere lì, tutto ciò porta a raggiungere un grado di piacere totalmente diverso da quando si ha un semplice rapporto sessuale. L’obiettivo non è sempre e comunque la penetrazione, ma la possibilità di saper incontrare l’altro nella propria intimità.
Qualunque problematica sessuale dell’uomo, nei riguardi di una sola donna o verso tutto il mondo femminile, passa necessariamente per una conoscenza di sé, o meglio, una conoscenza più profonda di sé. Una sessualità lontana dalle credenze della Mente Vecchia può essere vissuta senza la meccanicità propria per tutti quegli uomini, e quelle donne, che non sanno che il sesso può rivelarsi una strada molto importante per raggiungere se stessi, e dare così un significato profondo alla vita.
La presenza di tabù non aiuta di certo a liberarsi da pensieri stereotipati ma la rottura degli stessi tabù percepita soggettivamente, non sempre sta ad indicare una sessualità realmente libera. Se la sessualità è prestazione, se il piacere della partner è l’aspetto più importante, allora non dobbiamo stupirci che sopraggiunga qualche problematica. L’unione sessuale dovrebbe darci piacere, ciò che l’altro può offrirci andrebbe considerato come un dono e non una “pretesa” che serve a riempire i vuoti delle nostre paure di abbandono.